I poeti non dormono
a inventarsi fantasie;
si siedono e plasmano sere
e il divenire si smorza
in fugaci vie d’uscita,
in versi sparsi.
E’ solo libertà d’intenti,
idee fra neve e pioggia
scorci di sereno stralunati:
Inventano, per non rinnegarsi,
nelle
poesie silenti
un canto,
nenia di tormenti e sorrisi,
pagine da rifare
alla luce.
Tace il tempo
e i poeti non dormono,
si struggono
e poi si
annientano,
rinascono
e poi si perdono,
sfrontati rivoltano illusioni,
amano sempre
se di amore ricordano,
fingono spudorati
fra verità
nascoste,
fuggono e poi tornano
dall’esilio di esistenza
liberi-
prigionieri
in nuvole di carta.