IT DON'T MEAN A THING
(IF IT AIN'T GOT THAT SWING)
canta il coro "Swingle Singers"
It don't mean a thing, if it ain't got that swing
Doo-ah, doo-ah, doo-ah, doo-ah, doo-ah
It don't mean a thing if it ain't got that swing
Doo-ah, doo-ah, doo-ah, doo-ah, doo-ah
Makes no difference
If it's cool or hot
Cause you just got to give that rhythm
Everything you've got
Well it makes no difference
If it's cool or hot
Cause you just got to give that rhythm
Everything you've got
It don't mean a thing if it ain't got that swing
Doo-ah, doo-ah, doo-ah, doo-ah, doo-ah
Doo-ah, doo-ah, doo-ah, doo-ah, doo-ah
Doo-ah, doo-ah, doo-ah, doo-ah, doo-ah
It Don't Mean a Thing (If It Ain't Got That Swing)
(Non significa nulla se non ci metti quello swing)
è il titolo di una canzone, divenuta uno standard jazz,
composta nel 1931 da Duke Ellington, con testo di Irving
Mills.
La cantante cui era destinato il brano era Ivie Anderson
che la incise con assoli del trombonista Tricky Sam
Nanton e di Johnny Hodges al sax contralto.
Ellington aveva composto la musica nell'agosto di quell'anno
durante l'intervallo di uno spettacolo alla Lincoln
Tavern di Chicago; la prima registrazione da parte
dell'autore e dell'orchestra fu fatta per la Brunswick
Records (Br 6265) il 2 febbraio 1932.
Il titolo era una frase che era spesso solito enunciare
l'ex trombettista di Ellington Bubber Miley, che in quei
giorni stava morendo di tubercolosi.
La canzone divenne rapidamente famosa anche perché
esprimeva, come scrisse Ellington "il sentimento
musicale che era condiviso dalla maggioranza dei
musicisti jazz dell'epoca."
Questa fu forse la prima canzone ad usare il termine
"swing" nel titolo, facendolo entrare nel linguaggio
comune all'inizio di quella che fu poi chiamata "l'età
dello swing".
Il brano rimase nel repertorio dell'orchestra per
decenni (infatti, fino al suo scioglimento) e veniva
eseguita quasi ad ogni concerto.
Dopo la Anderson, il ruolo di cantante per questo pezzo
era di solito ricoperto da Ray Nance, che ebbe anche
l'idea di cantare il refrain "Duh-wah-du-wah-du-wah-du",
che nelle prime versioni era un riff degli ottoni.
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