A zia Nara

Poesia di Maria Teresa Fabbri


Siamo partiti un giovedė d'agosto,
Roma, Firenze, uscita Sasso Marconi, una volata.
Poi un giro lungo tutto a torna 'ndietro,
gira e rigira chiedi sali e scendi,
paesetti graziosi, con fiori alle finestre,
(ma tutti, frazione Fiorenzuola),
e la benzina nel frattempo scende,
per fare il pieno, si chiede?
soltanto a Monghidoro č la risposta,
e finalmente Monghidoro arriva,
si fa il pieno
e via verso strada per Pianoro,
poi Pian di Macina e infine, una via Lelli col 5 inesistente,
risate a pių non posso,
poi dopo qualche altra spiegazione, finalmente Bologna;
zia Nara, la sua casa,
elegante, romantica, un angolo tranquillo d'altri tempi,
accolti e coccolati come lei sa fare,
circondati d'affetto e gentilezze.
Cari momenti passati ad ascoltare,
cose accadute, fatti del passato ma per noi attuali,
ricordi tristi e felici
ma Speciali.
Da questo scrigno prezioso, esce di tutto,
profumi antichi e teneri,
sapori gustosi e genuini,
parole, come gocce di rugiada,
ed improvvise, coi suoi modi di dire,
sgorgano dalla gola impetuose, come cascatelle, le risate,
scoppiettanti, allegre, colorate,
luminose come fuochi d'artificio,
sensazioni belle, buone, delicate,
che restano nel cuore,
un esperienza da non dimenticare.
Grazie zia Nara
con affetto, Maria Teresa e Franco


un bacio a Zia Nara

anche da Angela Campanella

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