Statua di fiele
Poesia di Piermago
In quale bacinella di martirio
laverò il sudario dei ricordi?
Dentro quale infimo lupanare
crocifiggerò l'anima?
Quale gota scorticherò di pianto?
Alcun indovino profetizzò che
si sarebbero materializzati d'improvviso
gl'incubi peggiori della notte,
progenie d'un cielo di desolazione.
C'era una volta un cuore qui,
tormentato sì,
certo insoddisfatto,
ma che batteva forte...
Ne è stata fatta strage,
intenzionalmente
lo s'è spinto vieppiù
nel dirupo dell'inquietudine.
E così devo inventarmi un'altra vita,
pur renitente, pur annoverandosi
scarse chances nell'agenda delle possibilità.
Scordare un nome, impararne un altro,
ripensando a segni premonitori non fallaci.
Venir via dal pentagramma d'un suono inascoltato,
dall'ululato d'un vento inscacciabile.
Eccomi, sempre in eccesso di morte,
a piantare il vessillo d'un rumore solitario,
a sfogliare pagine incomprensibili,
ad abbozzare figure strane su carta di risulta,
ad accendere nella mente focolai di voce
capaci di sgravidare minuscoli echi,
per non sentirmi ancor più sperduto.
S'allagherà di nuovo d'emozione questo petto?
E queste mani s'invaghiranno d'un'altra pelle?
Adesso solo lo sconforto d'un tempo mentitore,
foce d'un tradimento non credibile,
sepolto vivo nella sua armatura greve,
che mi sta di fronte come statua di fiele
e, irriverente, m'insulta, m'irride, mi ferisce...
ed ancora mi tiene celate
le preziose mappe dell'Amore.
Cerca pace - grafica di Angela