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LA NOTTE SANTA
di Silvano Montanari

Sul percorso da Nazaret a Betlemme
Per l’invito di Erode al censimento
sono in cammino attraverso i monti
Giuseppe e Maria con pochi cenci.

Freddo il sentiero di quel niveo suolo;
la comitiva arranca sulla tortuosa via
mentre Maria, dal freddo intirizzita
sta gemendo, di quel dolore intrisa.

Ecco un giaciglio su cui posare l’ossa
in quella locanda, lì, a poca distanza;
giunti: Giuseppe, chiede al locandiere
un posto caldo per passar la notte.

Quei gli risponde: “forse tu non sai
che spazio più non v’è in questi lidi
per la presenza non proprio usuale
dei tanti pellegrini da censire”.

Così, riprende il camminare stanco
di quella coppia sempre più smarrita
fino alla prossima lontana locanda
mentre Maria, dal dolore è sfinita.

Dura è la salita, e nella notte Santa
un Angelo appare, alla coppia stanca;
“Fermatevi! “Intima”, in quella grotta;
scaldatevi e riposate! È giunta L’ora!”.

Una grandiosa luce squarcia il cielo
in lontananza un suono di campane
e in questo tempo di sì grande Amore
è nato a mezzanotte il Salvatore.

Questo, è l’annuncio del Divino strale
che al pellegrino ha riempito il cuore
e tutti in viaggio verso questa luce
a osannare con canti e doni il Redentore.

È nato! Cantano alla porta del cielo
gli Angeli e i Martiri in coro;
è nato! Gorgheggiano i ruscelli
nel loro alveo scosceso e tortuoso.

La stella cometa indica la via
al pellegrino a trovare l’armonia
mentre Maria, sul giaciglio riposa
dalla fatica Divinamente affranta.

Egli disteso in una mangiatoia;
Lui, l’Agnello di Dio, il Salvatore
scaldato a fiato dal bue e l’asinello
per la gloria sulla Terra del Signore!



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